Rassegna Stampa: L’intervista al Segretario Generale Massimo Cogliandro su Repubblica

L’articolo su Repubblica Torino di domenica 18 febbraio 2024:

Il lavoro che uccide con contratti low cost. Gli operai feriti in cantiere scaricati di nascosto davanti ai pronto soccorso

Il lavoro che uccide con contratti low cost. Gli operai feriti in cantiere scaricati di nascosto davanti ai pronto soccorso

Edili assunti come “metalmeccanici” o “multiservizi”: un filo rosso lega la tragedia di Firenze agli incidenti in Piemonte, nel 2024 già sette vittime. Pavanelli (direttore Spresal Asl): “Le leggi ci sono ma non chi controlla: da 20 anni niente concorsi, a Torino mancano 100 ispettori”

E il direttore del Servizio di prevenzione e sicurezza del lavoro (Spresal) della Asl di Torino Pier Luigi Pavanelli aggiunge: “Nell’ultimo anno abbiamo intercettato casi di lavoratori ingaggiati in nero, rimasti feriti in cantiere e scaricati di nascosto dai datori di lavoro davanti ai pronto soccorso”.

La strage in Piemonte

C’è un filo che collega la tragedia che si è consumata venerdì a Firenze, dove quattro operai sono morti (più uno disperso) mentre lavoravano alla costruzione del nuovo centro commerciale Esselunga in via Mariti e la scomparsa di Giovanni Corona, 65 anni, originario di Belluno, precipitato da 27 metri di altezza il 5 febbraio scorso mentre montava una gru a Rivoli.

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O ancora prima Antonio Delmonte, 54 anni, nato a Geraci Siculo (Palermo) e residente a Montelupo Fiorentino (Firenze): è caduto da una scala ed è morto il 26 febbraio 2023 dentro il grattacielo della Regione Piemonte. Come Corona, neppure lui era inquadrato come edile, ma come artigiano.

 

Il Grattacielo sede della Regione Piemonte
Il Grattacielo sede della Regione Piemonte 

 

Formalmente non erano edili neppure Filippo FaloticoRoberto Peretto e Marco Pozzetti, rispettivamente 20, 52 e 54 anni, uccisi il 19 dicembre 2021 in via Genova a Torino, mentre assemblavano una torre edile con una gru e un’autogrù collegate tra loro.

 

Roberto Peretto, 52 anni, Marco Pozzetti, 54 anni e Filippo Falotico, 20 anni: i tre operai morti in via Genova
Roberto Peretto, 52 anni, Marco Pozzetti, 54 anni e Filippo Falotico, 20 anni: i tre operai morti in via Genova 

 

La giungla dei contratti

«Nessuno di loro era assunto come edile — continua Massimo Cogliandro — perché è il contratto più costoso, che impone la formazione a chiunque debba entrare a lavorare in un cantiere». Per cogliere il senso sul piano pratico della riflessione del sindacalista è sufficiente comparare poche cifre annotate sulle tabelle retributive.

Il muratore inquadrato al livello più basso, ma con regolare contratto da edile, percepisce poco meno di 13 euro lordi l’ora. Lo stesso lavoratore, assunto come metalmeccanico, arriva a incassare, e quindi a costare al datore di lavoro, appena nove euro lordi l’ora.

Ma se al medesimo operaio si applica il contratto multiservizi, allora il suo compenso scenderà ad appena sei euro lordi l’ora. Con buona pace della formazione, della tutela dei diritti e della sicurezza sul lavoro.

L’aumento delle commesse per via del super bonus edilizia non ha fatto altro che indurre le imprese, specie le più piccole, a inquadrare nuova forza lavoro per brevi periodi e con contratti atipici.

Le vittime fantasma

La spoon river delle vittime del lavoro nel primo mese e mezzo del 2024 in Piemonte e in Valle d’Aosta registra i nomi e i cognomi dei lavoratori scomparsi nell’anonimato, come Alessandro Pisano, ucciso il 3 gennaio: aveva 55 anni, era un autista della Bus Company di Saluzzo, deceduto sulla provinciale 25 della valle Bormida, nel tratto tra Cessole e Bubbio, nell’Astigiano.

Il bus manovrato da Pisano è stato travolto dalla ribaltina di un furgone che procedeva in senso contrario. Sulla sua morte è stata aperta un’inchiesta per omicidio stradale.

 

Il crollo della gru in via Genova a Torino
Il crollo della gru in via Genova a Torino 

 

Il progetto “Morti di lavoro”

Pisano stava lavorando. Come lui altre sei persone uccise in Piemonte da gennaio a ieri, due in Valle d’Aosta. Le loro storie sono annotate su “Morti di lavoro”, un progetto avviato su Facebook da Piero Santonastaso, per 30 anni giornalista a Il Messaggero: Santonastaso racconta, e da conto, del fenomeno «al di là dei dati ufficiali».

Un contributo importante, che ricostruisce per esempio i contorni della scomparsa di Mario Fantinato, 51 anni, morto per un malore durante la produzione alla Rogelfrut di Rossana (Cuneo). Aveva 61 anni Domenico Olzer, di Domodossola, ucciso l’11 febbario nello scontro con un automezzo che procedeva contromano ad Agrate Brianza.

 

Domenico Olzer
Domenico Olzer 

 

Olzer stava andando a ritirare alla Rcs i quotidiani da distribuire in Val d’Ossola. È scomparso il 20 gennaio al Cto di Torino Mohamed Oueslati, 59 anni, un elettricista tunisino, schiacciato contro un muro dal furgone usato a Chatillon (Valle d’Aosta) per smontare le luminarie delle feste.

«Quasi tutte le vittime sono over 50 — ragiona Santonastaso — si resta al lavoro sempre più in là con l’età perché altrimenti non si riesce a vivere, o purtroppo, a sopravvivere».

La proposta della Cgil

Per mettere ordine nella giungla dei contratti atipici, Cogliandro suggerisce: «Basterebbe incrociare le banche dati complessive, in mano alle istituzioni, con i dati in possesso delle Casse Edili per scovare gli elenchi dei cantieri all’interno dei quali operano imprese potenzialmente irregolari: cioè che non applicano il contratto degli edili e che non fanno la corretta formazione ai propri dipendenti».

Pavanelli (direttore Spresal Asl Torino): “Operai in nero feriti abbandonati di nascosto sulla porta dei pronto soccorso”

«A livello normativo oggi ci sono leggi valide, devono solo essere applicate e fatte rispettare. Il problema è che abbiamo un buco generazionale sul fronte dei controllori: sono 20 anni che non si fanno concorsi per gli ispettori del lavoro e Spresal. Questo vale anche per il personale Inaill’Inps. In questo momento in Piemonte, come aveva già fatto notare l’assessore alla Sanità, mancano 100 ispettori».

È chiara e sostanziale la premessa di Pier Luigi Pavanelli, direttore dello Spresal dell’Asl città di Torino.

La Cgil rileva come la maggior parte delle vittime del lavoro, dalla strage di Firenze all’ultima tragedia di Rivoli, fossero inquadrate con dei contratti atipici.

«È vero, oltre ai 52 contratti di lavoro, abbiamo tutta una serie di contratti atipici, appalti, sub appalti. Si tratta di un problema che avevamo già segnalato come città metropolitana prima della stipula, nell’aprile del 2022, di protocollo congiunto con la prefettura, tramite il quale tutte le parti in causa, a partire dai sindacati, passando per le parti datoriali, gli enti paritetici e tutti gli attori impegnati nei controlli, si impegnano al fine di mettere a punto un sistema di vigilanza congiunto».

Cosa ha prodotto nel concreto questo protocollo?

«Non è rimasto fine a se stesso, adesso abbiamo messo in piedi un percorso per il 2023 e il 2024 che va a seguire il nuovo codice appalti per tutte le pubbliche amministrazioni, anche in collaborazione con l’ Università degli studi di Torino e il Politecnico. Abbiamo già concluso una prima parte a ottobre, adesso ci sarà una seconda parte e un evento di chiusura a maggio».

Quale è stato il ruolo degli atenei?

«Un docente di Diritto ha illustrato a tutte le stazioni appaltanti il nuovo codice degli appalti».

I report, a partire dal progetto “Morti di lavoro”, annotano i nomi e i cognomi di troppe vittime morte, ancora nelle ultime settimane, nel più totale anonimato.

«Ci sono i dati che l’Inail ufficializza con dei rapporti periodici, ma molto spesso questi dati arrivano successivamente. Noi abbiamo una buona copertura, siamo in collegamento costante con la centrale operativa del 118. Riusciamo a rintracciare anche i casi limite, come gli operai feriti e scaricati di nascosto sull’uscio dei pronto soccorso».

 

L'incidente mortale in cantiere a Rivoli il 6 febbraio 2024
L’incidente mortale in cantiere a Rivoli il 6 febbraio 2024 

Li avete intercettati anche di recente? Se si, chi sono le vittime?

«Ci sono situazioni per esempio di lavoratori ingaggiati in nero, feriti e scaricati di nascosto davanti al pronto soccorso: nell’ultimo anno abbiamo intercettato almeno un paio di casi del genere a Torino».

Cinque dei sette operai morti in Piemonte nel 2024 erano over 50.

«In questo momento, chi contempla di meno la cultura della sicurezza sono i neoassunti o le persone che sono al lavoro nei cantieri da tanto tempo: abbassano la soglia di attenzione, sono inconsciamente portati a pensare che se non gli è accaduto nulla in tanti anni, non gli accadrà neanche oggi. Non è così».

D’accordo, ma questo non assolve le imprese. I dati dicono che quasi tutte le vittime erano inquadrate con minor tutele.

«Per questo serve una rete che parta dalla verifica dell’appalto, della contrattualizzazione, che faccia formazione vera e valuti l’idoneità dei lavoratori. Solo in questo modo si può garantire una vera sicurezza.


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