APPALTI, COMUNICAZIONE CGIL – FILLEA

IL TESTO DELLA COMUNICAZIONE A FIRMA MASSAFRA – CGIL E GENOVESI – FILLEA In vista del prossimo regolamento attuativo del Codice degli Appalti e facendo anche seguito alle valutazioni complessive sulle modifiche intervenute al Codice dei contratti pubblici con il cosiddetto “Sblocca cantieri” ci preme evidenziare le direttrici entro le quali è opportuno muoversi nella definizione dei protocolli locali con le Amministrazioni Pubbliche e le stazioni appaltanti: 1) assumere l’Offerta Economicamente Vantaggiosa (OEV) come criterio unico, contrastando ogni ricorso al massimo ribasso se non per i piccoli lavori, servizi o forniture in economia. Questo vale ancor di più di fronte a mercati (di lavoro o servizi poco importa) dove la parte portante degli appalti sono assegnati per cifre di medio o medio basso importo o per piccoli lotti. Questo non solo a tutela dei lavoratori, ma anche a tutela della qualità di imprese, dei materiali, dei servizi; 2) vista la possibilità offerta dal Codice stesso (per cui il 40% di sub appalti oggi, il 30% ieri, è un massimo discrezionale) stabilire un tetto massimo all’affidamento in subappalto comunque inferiore al 40% e inserire anche strumenti di controllo preventivo come per esempio il DURC di Congruità per i lavori (applicazione estensiva dell’art. 105 comma 16). Oggi punto politico e sindacale ancora più importante da ribadire e difendere alla luce delle recenti sentenze della Corte Europea e del sollecito formale dell’ANAC, seppure in modo meno netto e più articolato, che non riconoscono le specificità del nostro attuale sistema produttivo e del mercato del lavoro (presenza di piccole imprese, alta percentuale di lavoro irregolare, dumping contrattuale, indice internazionale di corruzione, rischio infiltrazioni, ecc.); 3) concordare sempre l’affidamento di appalti di lavori, servizi e forniture, tramite bando di gara, cioè tramite una gara aperta e non attraverso una procedura negoziata o per affidamento diretto. Questo anche al fine, dopo il venir meno degli obblighi precedentemente previsti dal dlgs. 50/2016 in materia di terne dei sub appaltatori e delle clausole di esclusione preventiva antimafia anche in capo a questi ultimi, di creare elementi di possibile opacità, creazione di liste predefinite e quindi di possibili “cartelli”, con tutti i rischi connessi; 4) inserire ove possibile i richiami tanto alle Terze Linee Guida anti mafia (comunicazione dei settimanali di cantiere, anche in forma semplificata, alle Casse Edili/Edilcasse) e generalizzare la comunicazione delle notifiche preliminari sia ai servizi ispettivi territoriali che al sistema bilaterale edile, territorialmente competente. Questo anche al fine di favorire l’attività sia delle Casse Edili che dei CPT e relativa RLST. La nostra Organizzazione, anche in relazione al percorso di confronto con il Governo e il Parlamento, è infatti impegnata nel ribadire la richiesta di modifica delle previsioni normative del cosiddetto “sblocca cantieri” e la definizione dei protocolli deve rispondere in termini coerenti alle priorità d’intervento indicate, considerate le diverse azioni positive che da tempo abbiamo determinato sul tema degli appalti con la necessità di porre la necessaria attenzione al monitoraggio e all’attuazione degli accordi, in un rapporto sempre più stringente con le categorie interessate. In questo quadro occorre rafforzare tra le nostre strutture i percorsi di confronto e informazione anche in considerazione delle molteplici tematiche attinenti il tema appalti e coerentemente alle titolarità negoziali in capo a ogni nostra realtà.